Acido folico in gravidanza: cos’è e a cosa serve

E’ un alleato prezioso per tutte le donne che desiderano vivere l’esperienza della maternità in tutta tranquillità. L’apporto prezioso dell’acido folico in gravidanza è divenuto oramai un diktat per le gestanti e non solo: questa importantissima vitamina del gruppo B, non naturalmente prodotta dal nostro organismo, aiuta il nostro corpo a costruire cellule e a prevenire l’anemia megaloblastica, un’anomalia sanguigna che si manifesta con la presenza nel sangue di globuli rossi più grandi del normale che, malgrado le dimensioni, contengono una quantità minore di emoglobina rispetto alla norma.
La dose giornaliera di acido folico consigliata è di 0,2 mg; durante la gravidanza, tuttavia, la quantità giornaliera prevista aumenta a 0,4 mg o, in alcuni casi, anche fino allo 0,5 mg.

Cos’è l’acido folico e perché è utile in gravidanza?

L’acido folico – o vitamina B9 – è una vitamina idrosolubile appartenente al gruppo delle molecole dette “folati“, presente soprattutto nelle verdure a foglie verdi. Il nostro organismo non produce naturalmente questa vitamina, che tuttavia è essenziale nel periodo della gravidanza per prevenire alcune gravi malformazioni che possono colpire il feto e che, talvolta, possono portare quest’ultimo alla morte. Tra le malformazioni fetali strettamente correlate alla mancanza o alla carenza del dosaggio giornaliero di acido folico da parte della gestante, possiamo annoverare le seguenti:

Spina bifida

La spina bifida è la più frequente tra i cosiddetti Difetti del Tubo Neurale (DTN), una serie di patologie che interessano proprio il tubo neurale, ovvero quella parte del feto che cura lo sviluppo del cervello, della scatola cranica e della spina dorsale. I piccoli pazienti affetti da tale patologia presentano un’incompleta chiusura della spina dorsale, che provoca delle alterazioni significative al midollo spinale. I bambini affetti da spina bifida possono presentare ritardi mentali e/o menomazioni fisiche, quali: idrocefalia, paralisi degli arti inferiori, ritardo mentale, difficoltà nell’apprendimento. La spina bifida può garantire spesso la sopravvivenza fino all’età adulta, ovviamente condizionata da disabilità non sempre reversibili.

Anencefalia

Grave patologia del tubo neurale caratterizzata da uno scarso o mancato sviluppo del cervello nel feto. I bambini affetti da questa grave patologia purtroppo non sopravvivono a lungo: possono morire subito dopo essere venuti al mondo o addirittura prima del parto.

Encefalocele

La mancata o incompleta saldatura delle ossa della volta cranica può provocare l’erniazione del tessuto cerebrale e meningeo, che necessita di un intervento chirurgico.

Altre malformazioni

E’ stato inoltre dimostrato che un corretto apporto di acido folico aiuta a proteggere il bambino da malformazioni cardiache, da malformazioni congenite della bocca (come il labbro leporino), da difetti degli arti e dell’apparato urinario. La preziosa vitamina è utile anche a preservare la salute della gestante, aiutandola a tenere a bada l’ipertensione gravidica ed a regolare i livelli di omocisteina, un amminoacido che può causare problemi cardiovascolari.

Ci sono controindicazioni?

In linea generale, durante la gravidanza l’eccesso di acido folico non provoca particolari controindicazioni, anche perché la vitamina difficilmente si accumula all’interno dell’organismo. Tuttavia, è consigliabile non esagerare, giacché troppo acido folico potrebbe non solo risultare inutile, ma addirittura controproducente per la salute del nascituro. In particolare, l’assunzione della vitamina B9 contenuta all’interno di un complesso multivitaminico – che comprenda anche la vitamina A – potrebbe provocare alcuni difetti di nascita, proprio dovuti alla presenza della vitamina A.

Alcuni studi non accuratamente comprovati, inoltre, avrebbero messo in correlazione l’insorgenza di alcune patologie tumorali nella gestante con un’assunzione eccessiva di acido folico. Tali teorie, tuttavia, sarebbero state confutate da uno studio tedesco condotto nella clinica universitaria della Saarland.

L’acido folico in menopausa: si o no?

L’acido folico non è utile soltanto nel periodo della gravidanza. Rischi come l’aumento della pressione arteriosa o l’insorgenza di patologie cardiovascolari dovute all’aumento dei livelli di omocisteina possono colpire anche le donne in menopausa. Anche in questo caso, è essenziale integrare l’apporto di acido folico contenuto in alcuni alimenti con un integratore. La vitamina B9 pare aiuterebbe anche le donne in menopausa a mantenere in salute i propri occhi: secondo una ricerca americana, infatti, associata alle vitamine B6 e B12, l’acido folico contribuirebbe a prevenire alcune gravi patologie oculari, come il deterioramento della retina.

Quali alimenti contengono acido folico?

Alcuni alimenti, da mangiare crudi, sono difficilmente assumibili in gravidanza se non disinfettati in maniera accurata: l’acido folico, infatti, perde le sue qualità in cottura o se gli alimenti contenenti la vitamina non vengono conservati lontano da fonti di luce. Vediamo quali alimenti contengono l’acido folico:

  • verdure a foglie verdi, come lattuga, rucola, broccoli e spinaci;
  • carni come fegato, tacchino, vitello, petto di pollo;
  • agrumi (arance, mandarini, pompelmo);
  • Frutta come banane, fragole, melone;
  • Radici e tuberi come rape rosse e patate;
  • Legumi e cereali
  • Uova.

Quale prendere, per quanto tempo e in che dosaggio

Esistono in commercio integratori di acido folico sotto forma di compresse, spesso associati a multivitaminici (questi ultimi da usare con molta cautela, come precedentemente affermato, data la presenza di vitamina A). Gli integratori possono essere acquistati senza obbligo di ricetta, seguendo ovviamente i consigli del proprio medico.

In generale, l’apporto giornaliero consigliato in gravidanza è di 0,4 mg; solo in casi straordinari il ginecologo può arrivare a prescrivere un maggiore dosaggio (ad esempio nelle madri che hanno messo al mondo bambini affetti da DTN o malformazioni, nelle donne affette da patologie che condizionano l’assorbimento di nutrienti (come la celiachia), o nelle gestanti che assumono farmaci che possono limitare l’assorbimento di acido folico).
L’apporto di integratori di vitamina B9 nella dieta dovrebbe cominciare prima della gravidanza vera e propria. Nelle donne in età fertile è consigliabile assumere l’acido folico a prescindere dalla pianificazione di una gravidanza.
Il motivo è semplice: spesso si scopre di essere in dolce attesa quando il primo mese è già trascorso e il feto ha bisogno di assumere l’acido folico subito e sino alla ventesima settimana di vita, in modo da ridurre al minimo – o scongiurare totalmente – il rischio di malformazioni. Dopo il quinto mese di gravidanza non è necessario ricorrere agli integratori di B9, ma non esistono controindicazioni qualora la futura madre decidesse di sostenere il proprio fisico con una compressa giornaliera di acido folico sino al momento del parto.

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