Dolori articolari in primavera: percezione soggettiva o realtà?

Con l’arrivo della primavera, è piuttosto comune sentire qualcuno dire: “Sento le articolazioni più rigide”, “Mi fanno male le ginocchia con l’umidità”, o ancora “Con il cambio stagione peggiorano i dolori”. Ma quanto c’è di vero in queste osservazioni? Il legame tra clima e dolore articolare è da tempo oggetto di discussione, con risultati scientifici tutt’altro che univoci.

Pressione, umidità e temperatura: i sospettati principali

Alcune ricerche suggeriscono che i cambiamenti di pressione atmosferica possano influenzare la percezione del dolore, soprattutto in chi soffre di infiammazioni croniche come l’artrite. L’ipotesi è che variazioni nella pressione barometrica provochino un’espansione dei tessuti articolari, che va a sollecitare terminazioni nervose già sensibili. Un altro elemento spesso citato è l’umidità, che potrebbe alterare la viscosità del liquido sinoviale, rendendo più difficoltosi i movimenti e aumentando la rigidità, specie al mattino o dopo periodi di inattività. Tuttavia, nonostante queste ipotesi siano biologicamente plausibili, le prove scientifiche sono deboli e contrastanti.

Dolore e aspettative: il ruolo della mente

Uno degli aspetti più interessanti riguarda la percezione del dolore. Alcuni studi ipotizzano un effetto nocebo: se una persona si aspetta che il cambio stagione peggiori i propri sintomi, potrebbe inconsapevolmente amplificare la percezione del dolore. Inoltre, la primavera porta con sé variazioni nel ritmo sonno-veglia, fluttuazioni ormonali, piccoli stress fisiologici che, in chi è già sensibile o affaticato, possono contribuire a una maggiore attenzione ai segnali del corpo – compresi i dolori articolari.

Cosa dice la scienza

Grandi studi osservazionali, come quello condotto su oltre un milione di pazienti negli Stati Uniti, non hanno rilevato un aumento significativo delle visite mediche per dolori articolari nei giorni di pioggia o con particolari condizioni meteorologiche.

Altri studi, come Cloudy with a chance of pain, si basano su diari compilati dai pazienti, e mostrano una relazione tra clima e sintomi, ma senza dimostrare un nesso causale. In breve: non ci sono certezze, ma molte osservazioni aneddotiche. Le evidenze scientifiche tendono a ridimensionare l’idea che la primavera, in sé, peggiori i dolori articolari.

Attività fisica e sovraccarico: un aspetto concreto

Un dato oggettivo riguarda l’aumento dell’attività fisica stagionale. Con l’arrivo del clima mite, molte persone riprendono a muoversi dopo mesi più sedentari. Camminate, sport all’aperto, giardinaggio: tutte attività salutari, ma che, se affrontate senza gradualità, possono rappresentare uno stress meccanico per le articolazioni.

Questo potrebbe spiegare perché in primavera aumentano le lamentele per rigidità o dolori articolari: non tanto per colpa del clima, quanto per una riattivazione muscoloscheletrica troppo rapida.

Cosa fare, quindi?

La buona notizia è che i dolori articolari primaverili, quando presenti, sono spesso transitori e gestibili. Ecco alcune buone pratiche:

  • Muoversi con regolarità, ma con gradualità: camminate, stretching, esercizi dolci.
  • Ascoltare i segnali del corpo ed evitare movimenti bruschi o sovraccarichi.
  • Curare il sonno e la routine quotidiana: l’equilibrio generale influisce sulla soglia del dolore.
  • In caso di dolori persistenti, consultare uno specialista, che potrà valutare un supporto mirato (farmacologico, fisioterapico o nutraceutico).

Un supporto in più per la salute articolare

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JOHYA Os può essere particolarmente indicato in situazioni di sovraccarico articolare, traumi pregressi, o per chi, come sportivi e lavoratori fisicamente attivi, è esposto a un rischio articolare più elevato.

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